Leonardo da Vinci
Uno tra i più grandi teorici del rapporto aureo fu Leonardo da Vinci.
Di certo le ricerche di Leonardo in merito alla proporzione aurea vennero influenzate dal pensiero di Fra Luca Pacioli, un matematico molto apprezzato nell’epoca rinascimentale, con il quale si trovò a collaborare presso la corte di Ludovico il Moro, a Milano.
Infatti, dopo essersi dedicato alla traduzione de “Gli elementi" di Euclide, Pacioli passò alla stesura di un trattato dedicato all’applicazione della proporzione aurea, intitolato per l’appunto “De divina proportione”, nel quale egli faceva anche riferimento agli studi del pittore Piero della Francesca e dell’architetto Vitruvio.
Sezione aurea nella “Flagellazione di Cristo” (1459) di Piero della Francesca
Ebbene, della realizzazione delle figure poliedriche ad acquerello contenute nell’opera, si occupò proprio Da Vinci.
Ad influenzare invece una delle opere più celebri di Leonardo, ossia l’ ”Uomo vitruviano”, fu il trattato intitolato “De Architectura” dell’omonimo architetto romano Vitruvio (I sec. a.C.), teorico della proporzione aurea già studiato da Pacioli.
Il disegno a penna e inchiostro su carta venne realizzato da Leonardo allo scopo di rappresentare le proporzioni ideali della figura umana, secondo i precetti di Vitruvio, il quale sosteneva che l’ombelico dovesse essere il centro esatto del corpo.
"Il centro del corpo umano è inoltre per natura
l’ombelico; infatti, se si sdraia un uomo sul
dorso, mani e piedi allargati, e si punta un
compasso sul suo ombelico, si toccherà
tangenzialmente, descrivendo un cerchio,
l’estremità delle dita delle sue mani e dei suoi piedi". De Architectura, Vitruvio.
Anche nell’opera più famosa di Leonardo, la "Gioconda", è stato individuato il rapporto aureo:
nella forma del quadro e nella disposizione degli elementi al suo interno
nelle dimensioni del viso
nell’area che va dal collo a sopra le mani
in quella che va dalla scollatura dell’abito fino al di sotto delle mani.
Ne “L’Ultima cena” Gesù è rappresentato con le proporzioni divine e si trova all’interno di un rettangolo aureo.
Nel dipinto di Leonardo “L’Annunciazione” la composizione forma un triangolo aureo la cui base è costituita dall’Arcangelo Gabriele e il vertice dal ventre di Maria.
Altri noti artisti rinascimentali hanno adottato nelle proporzioni delle loro splendide opere la sezione aurea. Uno di questi è Sandro Botticelli, nella “Nascita di Venere”.
Infatti, la distanza da terra dell’ombelico e l’altezza complessiva del corpo della Venere sono in rapporto aureo; allo stesso modo avviene per le altre parti del corpo.
A questo punto, credo che inizi ad essere chiaro a
tutti come mai, tra i vari nomi che sono stati attribuiti al rapporto aureo, c’è anche quello di “numero di Dio”.
Esso infatti, che sia sotto forma di pentagono, di rettangolo o di spirale, si palesa con costante regolarità nelle forme geometriche presenti in natura: lo possiamo ritrovare ovunque: in ogni forma di vita, animale o vegetale, come addirittura nella manifestazione di alcuni fenomeni atmosferici.